A cura di: Redazione Fiscalrevisione
La crescente attenzione verso i temi ambientali, sociali e di governance (ESG) ha reso imprescindibile per le imprese non solo la produzione di bilanci economico-finanziari, ma anche la predisposizione di una rendicontazione di sostenibilità che dia conto dei relativi impatti, rischi e opportunità. In questo contesto, la figura del revisore della sostenibilità assume un ruolo sempre più rilevante: essa ha il compito di attestare la conformità della rendicontazione rispetto al quadro normativo applicabile e contribuire ad aumentare la credibilità delle informazioni rese.
Chi è il Revisore della sostenibilità e quali requisiti deve possedere
Il Revisore della sostenibilità è un professionista abilitato ai sensi del D.Lgs. 39/2010, incaricato di attestare la conformità della rendicontazione di sostenibilità alle norme del Decreto e agli ESRS .
Può ricoprire questo ruolo:
- un revisore legale persona fisica in possesso delle competenze richieste;
- una società di revisione legale;
- il medesimo soggetto incaricato della revisione del bilancio, purché adeguatamente formato.
Per svolgere l’incarico, sono richieste competenze specifiche in quattro aree fondamentali:
1. normativa e principi sulla rendicontazione di sostenibilità;
2. analisi e misurazione degli impatti ESG;
3. procedure di due diligence in ambito sostenibilità;
4. principi di attestazione e assurance ESG.
Il revisore deve inoltre rispettare i principi di indipendenza, obiettività, riservatezza e scetticismo professionale, analoghi a quelli previsti per la revisione legale del bilancio.
Le responsabilità e la relazione del revisore della sostenibilità
Il Revisore della sostenibilità è chiamato a esprimere una relazione di attestazione con cui formula le proprie conclusioni su:
- la conformità della rendicontazione alle norme del D.Lgs. 125/2024;
- il rispetto dell’obbligo di marcatura XBRL del report;
- la conformità agli obblighi informativi previsti dal Regolamento UE 2020/852 (Tassonomia) .
La relazione, prevista dall’art. 14-bis del D.Lgs. 39/2010, deve contenere:
- un paragrafo introduttivo con oggetto e riferimenti normativi;
- la descrizione delle attività di assurance svolte;
- le conclusioni dell’incarico.
Le responsabilità
Il legislatore ha previsto un percorso graduale:
Fino al 2028: il revisore fornirà una assurance limitata, cioè un livello di sicurezza moderato.
Dopo il 2028: sarà richiesta una assurance ragionevole, più simile a quella del bilancio, con responsabilità maggiori e controlli più approfonditi.
L’organizzazione del lavoro e l’integrazione con il Sistema di Controllo Interno (SCI)
Uno degli aspetti più delicati dell’attività del revisore riguarda la valutazione del rischio di errori significativi, basata sui principi ISA Italia 315.
Il revisore deve comprendere:
- il modello di business dell’impresa;
- il contesto operativo e regolatorio;
- la struttura del Sistema di Controllo Interno (SCI) integrata con la gestione dei rischi ESG .
In particolare, deve analizzare le cinque componenti dello SCI:
1. Ambiente di controllo
2. Processo di valutazione del rischio ESG
3. Attività di controllo
4. Informazione e comunicazione
5. Monitoraggio
L’esame del SCI permette di valutare se l’impresa ha correttamente identificato i propri impatti, rischi e opportunità ESG e se le informazioni riportate nel documento non presentano errori significativi.
La collaborazione con l’organo di controllo societario diventa essenziale, soprattutto in caso di carenze o criticità del sistema di controllo interno, che l’organo amministrativo deve correggere tempestivamente .
Impatti e opportunità per i professionisti e le imprese
L’introduzione della figura del Revisore della sostenibilità offre opportunità e sfide tanto per i professionisti quanto per le imprese.
Per i revisori
- Nuovi ambiti di specializzazione, oggi sempre più richiesti.
- Possibilità di offrire servizi ad alto valore aggiunto in materia ESG.
- Necessità di formazione continua sulle tematiche di sostenibilità, sugli ESRS e sulle procedure di assurance.
Per le imprese
- Maggiore trasparenza verso investitori, banche, clienti e istituzioni.
- Miglioramento della governance e dei processi decisionali.
- Possibilità di accedere a forme di finanziamento legate a criteri ESG.
La rendicontazione ESG non è solo un adempimento formale, ma un percorso di maturazione organizzativa e di competitività internazionale.
Conclusioni
L’introduzione del Revisore della sostenibilità rappresenta un cambiamento strutturale nel modo di concepire la rendicontazione d’impresa. Non si tratta di un obbligo burocratico, ma di un salto di qualità nella trasparenza e nella credibilità delle informazioni fornite al mercato.
Il revisore della sostenibilità:
- garantisce veridicità e affidabilità del report ESG;
- contribuisce al miglioramento dei sistemi interni di gestione del rischio;
- rafforza la fiducia esterna;
- promuove una cultura aziendale più consapevole e responsabile.
Per i professionisti della revisione si apre una stagione di grandi opportunità: la sostenibilità non è più un tema accessorio, ma diventa parte integrante del patrimonio informativo delle imprese e del lavoro quotidiano dei revisori.