Le attività del revisore nell’acquisizione di partecipazione sociali

Pubblicato il: 17/07/2024 – 11:10

A cura di: Dr.ssa Elisa CalabriaTeam Leader Lombardia, Piemonte e Valle d’AostaDr.ssa Commercialista e Revisore Legale

Premessa

Non è raro che venga chiesto ad un Revisore Legale di effettuare una Due Diligence fiscale e contabile avente ad oggetto una realtà con l’obiettivo poi di acquisirla.

Questo perché la Due Diligence è costituita da un insieme di analisi aventi per oggetto una società o un’azienda con lo scopo di evidenziare rischi ed opportunità legati alla transazione svolte da un soggetto terzo e indipendente, e tale attività rientra in maniera naturale nell’alveo di prestazioni professionali che il Revisore può svolgere. 

Può quindi essere definito come un processo volto ad agevolare l’assunzione di decisioni informate circa un’opportunità di investimento, minimizzando in tal modo la probabilità di errore e massimizzando il probabile ritorno dell’operazione. 

In senso generale, gli scopi primari del procedimento sono da ricercarsi, innanzitutto, nell’individuazione e nell’analisi dei profili di rischio della società target e dei suoi fattori di forza e di debolezza, tali da consigliarne o meno la stessa acquisizione.

Secondariamente, le procedure di verifica saranno mirate a conoscere la reale consistenza patrimoniale-reddituale, attuale nonché potenziale, della target al fine di poter effettuare nella migliore posizione possibile la propria offerta. 

L’approccio

Il corretto svolgimento di una Due Diligence richiede un’attenzione meticolosa (l’espressione, infatti, può essere tradotta con “dovuta diligenza”) ma al contempo un approccio proattivo, in modo da riuscire ad evidenziare le aree di criticità di un’operazione, ma al contempo fornire all’imprenditore degli spunti utili per renderla fattibile riducendo al minimo i rischi che ne potrebbero derivare.

È necessaria quindi una particolare attenzione da parte del professionista che la esegue: il Revisore nell’analizzare con spirito critico le informazioni deve avere sempre presente lo scopo del lavoro e le necessità del cliente.

Il revisore deve saper gestire da un lato, il desiderio di chiudere velocemente una transazione da parte del committente e la possibilità di raggiungere un obiettivo prefissato in uno specifico piano di crescita industriale (che possono portare a sottovalutare determinati profili problematici emersi in sede di controllo) e dall’altro lo svolgimento dell’incarico in ottica di ragionevole prudenza con ottica critica e analitica.

Può infatti essere semplice, né piacevole evidenziare delle criticità che potrebbero pregiudicare la bontà dell’investimento ovvero di incidere sulla possibilità di prosecuzione del business; nonostante tutto ciò, l’esecutore della procedura deve sforzarsi di evidenziare con il dovuto risalto dette rilevanti criticità, insieme con i suggerimenti per cercare di ridurre al minimo i rischi che ne potrebbero derivare.

Le fasi di svolgimento dell’incarico

La Due Diligence può collocarsi in tre diversi momenti del processo di acquisizione: 

  • precontrattuale (ossia durante la trattativa tra le parti e prima della formalizzazione di qualsiasi tipo di impegno o accordo), 
  • preclosing (ossia nel momento in cui le parti hanno già sottoscritto un vincolo contrattuale ma l’acquisizione non è stata formalizzata in maniera definitiva) e 
  • postclosing (indagini svolte dopo la formalizzazione dell’accordo).

Nella prassi possiamo distinguere tra:

  • Due Diligence di business e finanziaria, finalizzata a perfezionare le scelte strategiche che stanno alla base dell’acquisizione, valutando, da una parte, la natura del business nonché la qualità strategica e le relative prospettive di sviluppo della società target, e, dall’altra, l’analisi storica e prospettica dei dati economici e finanziari;
  • Due Diligence contabile e fiscale, volta sostanzialmente alla verifica delle scritture contabili e del patrimonio netto contabile, e all’individuazione dell’esistenza di passività di varia natura, potenziali o già esistenti, sia nell’ottica della stipulazione del contratto sia in quella dell’ottimizzazione della struttura societaria da applicare per l’acquisizione stessa;
  • Due Diligence legale, diretta ad analizzare tutti gli aspetti squisitamente legali della società target, soprattutto in prospettiva di predisposizione del contratto d’acquisto, ma anche in relazione alle problematiche connesse al diritto societario e del lavoro e ai rapporti contrattuali in essere.

Viene da sé come il Revisore, nell’espletamento dell’incarico possa appoggiarsi anche a consulente di professionisti terzi, soprattutto per quanto riguarda l’area legale e giuslavorista e dei rapporti di lavoro dipendente.

Il processo di due diligence prevede tre fasi principali: 

  1. la fase preparatoria, durante la quale si definisce il piano di analisi e si raccolgono le informazioni necessarie, 
  2. la fase di valutazione, durante la quale si effettua l’analisi dettagliata dell’azienda e delle sue operazioni, e 
  3. la fase di reporting, durante la quale si condividono i risultati dell’analisi con il potenziale acquirente.

Naturalmente non esiste uno schema “base di riferimento” per lo svolgimento di questo tipo di incarico: generalmente l’ampiezza delle verifiche viene definita direttamente con il cliente. È il cliente che definisce quale è l’errore che può tollerare ed il rischio che si può accollare e, insieme al Professionista, definire la materialità da prendere come riferimento per la profondità delle analisi.

Esistono comunque alcune verifiche che devono essere svolte necessariamente quali:

  • analytical review della situazione economica/patrimoniale ed analisi critica delle informazioni finanziarie;
  • riconciliazione dei dati di bilancio con la contabilità generale;
  • ottenimento dell’evidenza di tutti quei fatti aziendali che possono essere considerati come “rilevanti”.

In genere le check list di una Due Diligence contabile e fiscale si compongono dei seguenti elementi principali:

  • Informazioni generali sui dati contabili e finanziari della società e dunque prevalentemente bilanci e dettagli sottostanti. Generalmente si esaminano tutte le informazioni finanziarie della società degli ultimi 3-5 anni, avendo come base prospetti economici e patrimoniali e di rendiconto finanziario. Altri documenti finanziari che possono essere esaminati includono il budget e l’eventuale business plan predisposto dalla società;
  • Informazioni fiscali sulle eventuali passività storiche, per verificare la regolarità della gestione fiscale oltre a eventuali rischi derivanti dall’interpretazione della normativa fiscale vigente. I documenti generalmente esaminati includono i prospetti dichiarativi fiscali oltre ai documenti comprovanti la regolarità dei i versamenti dovuti relativamente al periodo fiscale aperto, legato ai termini di accertamento;
  • Informazioni circa i diritti di proprietà industriale e intellettuale che si dovranno preservare, per esempio brevetti, diritti d’autore, marchi registrati, licenze, contenziosi e vincoli sulla proprietà intellettuale;
  • Informazioni circa gli assets che sono alla base della creazione di valore da parte della società e le liabilities ad essi collegate. È importante considerare il valore totale di tutte le attività e gli eventuali debiti o passività nei loro confronti;
  • Qualsiasi controversia pendente, arbitrato e procedimento in cui è coinvolta l’azienda target, con l’obiettivo di valutare rischi di passività legali. L’obiettivo è quello di iscrivere o valutare l’iscrizione di passività potenziali in bilancio;

Inoltre, per i profili di rischio non circoscrivibili prima del closing, si rilasciano dichiarazioni e garanzie reciproche, le c.d. “representations and warranties”, con apposite clausole contrattuali volte a garantire principalmente l’acquirente, rispetto a determinati rapporti giuridici ed all’assenza di passività non dichiarate dal venditore.

Il Report

Premesso che durante lo svolgimento dell’incarico il cliente dovrà comunque essere tenuto informato sulla evoluzione dello stesso in quanto eventuali problematiche significative potrebbero determinare cambiamenti sulle decisioni o nelle trattative in corso, il report sull’attività svolta normalmente include:

  • termini di riferimento dell’intervento;
  • sintesi delle problematiche significative emerse;
  • rapporto dettagliato che illustra gli aspetti più importanti del business;
  • elenco delle principali attività di verifiche svolte e quadratura con le carte di lavoro ricevute;
  • situazione patrimoniale, economica e del personale presa a riferimento nel corso dell’intervento.

Il Due Diligence report costituirà una delle basi fondamentali prima per la valutazione della convenienza e dei rischi dell’operazione, e successivamente per la trattativa.

Solitamente il report è strutturato seguendo l’ordine contenuto nella check-list con le quali si è strutturata l’attività, mantenendo l’identica suddivisione per aree di indagine e l’analitica elencazione dei documenti esaminati e del personale ascoltato nel corso delle indagini e la descrizione dell’esito delle stesse.

Sulla base delle risultanze del Report della Due Diligence, il perfezionamento dell’operazione, il “closing”, ovvero l’esecuzione degli atti che determinano l’effettivo passaggio della proprietà della azienda o società target, viene generalmente subordinato all’esatto adempimento di una serie di attività a carico del venditore ed all’avverarsi di determinate condizioni, finalizzate a ridurre e/o eliminare i rischi e le incertezze dell’operazione.

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