Con i cambiamenti in atto dell’economia mondiale, i commercialisti devono offrire sempre più una consulenza globale e specialistica. Conseguentemente, diventa fondamentale la partecipazione della professione italiana al processo normativo e di standard setting internazionali in tutte le fasi del complesso iter di emanazione di direttive e regolamenti, in particolare nell’area della revisione, del reporting e della formazione professionale. E diventa, dunque, fondamentale il ruolo di coloro che, all’interno delle organizzazioni internazionali, partecipano alla formazione e alla definizione degli standard, facilitando l’emergere delle esigenze della professione contabile italiana. È ormai tempo di governare il cambiamento e non essere governati: ma soprattutto continuare a garantire ai commercialisti un ruolo ed una funzione ben definita e riconoscibile a livello nazionale ed internazionale.
Il nuovo ordine economico internazionale supera l’ottica keynesiana di tipo garantista e ripropone un orientamento di stampo liberista centrato sull’idea di deregulation e di liberalizzazione. I fenomeni della globalizzazione, della liberalizzazione e della competizione si sono sempre più rapidamente accreditati nel mercato mondiale e ci si aspetta nei prossimi anni un’espansione del commercio internazionale tale da determinare un’ulteriore accelerazione dell’integrazione mondiale. E’, pertanto, possibile rilevare come i cambiamenti in atto dell’economia mondiale creino un quadro in rapida evoluzione, caratterizzato da una accelerazione dei movimenti di risorse (capitali, beni e persone). In tale contesto i commercialisti svolgono la propria attività fornendo servizi professionali alle imprese in un ambiente caratterizzato dalla velocità, dalla diversità regolamentare dei singoli Paesi, dalla tecnologia, e dalla accelerata mutevolezza del contesto normativo nazionale ed internazionale. A sua volta l’esigenza di approdare ad una gestione qualitativamente elevata dell’azienda, per poter essere soddisfatta efficacemente, richiede l’intervento di professionisti qualificati che abbiano un quadro generale dei problemi aziendali e, nel contempo, le conoscenze utili a risolvere gli stessi. Negli anni è diventata, quindi, fondamentale la partecipazione al processo normativo e di standard setting internazionali attraverso l’apporto del contributo e dell’esperienza della professione italiana in tutte le fasi del complesso iter di emanazione di direttive, regolamenti e standard, in particolare nell’area della revisione, del reporting e della formazione professionale.
La professione del commercialista è quella che, più delle altre, è legata all’evoluzione sociale, politica ed economica. In particolare, proprio le professioni economico-giuridiche, fra le quali in primis i commercialisti, rappresentano un fattore fisiologicamente necessario al funzionamento del sistema economico e per questo sono quelle che più risentono delle evoluzioni dello stesso.
L’adeguamento alla domanda del mercato e l’aggiornamento continuo che essa richiede rappresentano, pertanto, un elemento non solo per la qualificazione, ma anche per la vera e propria sopravvivenza nel mercato del professionista. La professione deve adeguarsi alle esigenze del mercato, preparandosi ad offrire una gamma quanto più ampia possibile di servizi, potenzialmente in grado di affrontare e risolvere tutti i problemi inerenti all’azienda, di dimensioni sia nazionali che mondiali. Nello stesso tempo, il servizio professionale offerto deve essere sufficientemente specialistico e approfondito per garantire la massima qualità della prestazione. Tutto questo si traduce nella necessità di offrire una consulenza globale e specialistica che investa la realtà dell’impresa in ogni suo aspetto e che sia altamente qualitativa. Diventa, quindi, essenziale, oltre che strategico, far emergere a livello internazionale la professione italiana quale professione di primo livello in termini di competenze professionali.
Tra i soggetti chiave più rilevanti a livello internazionale, in cui il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili già da tempo partecipa e che rivestono, altresì, un ruolo fondamentale nel processo evolutivo professionale, vi è certamente l’International Federation of Accountants (IFAC), l’organizzazione mondiale non governativa dedicata all’accountancy profession, istituita nel 1977 con l’adesione di 63 organismi contabili professionali collocati in 51 Paesi e che oggi conta 175 organismi contabili professionali collocati in 130 Paesi.
Il primo programma IFAC è stato certamente lungimirante, ponendosi i seguenti obiettivi:
– elaborare le linee guida internazionali in materia di revisione aziendale;
– stabilire i principi di base da inserire nel codice etico di qualsiasi organismo membro dell’IFAC;
– individuare le esigenze della professione contabile e sviluppare programmi per la formazione dei commercialisti;
– raccogliere, analizzare e diffondere le informazioni sulla gestione delle public accounting practices a supporto dei professionisti per condurre più efficacemente la loro professione;
– contribuire allo sviluppo delle tecniche e procedure legate al financial managment;
– sviluppare studi significativi per la professione contabile, come ad esempio, quelli sulle responsabilità legali dei revisori;
– incoraggiare relazioni più strette con gli utilizzatori del bilancio tra cui i preparers, le istituzioni finanziarie, i governi;
– organizzare e promuovere lo scambio di informazioni tecniche, e pubblicazioni professionali tra gli enti membri.
Già dalla lettura del primo programma IFAC risulta chiaro il suo ruolo fondamentale nell’ambito dello sviluppo della professione nel Mondo. Oggi più di ieri l’obiettivo di IFAC è quello di perseguire l’interesse pubblico, rafforzare la professione contabile in tutto il mondo e contribuire allo sviluppo di forti economie internazionali attraverso la formazione e l’adozione di standard professionali di alta qualità, favorendo la convergenza internazionale sui medesimi. L’IFAC si impegna, inoltre, a promuovere il dibattito su questioni di interesse pubblico, in cui le competenze di tipo professionale nell’accountingsono rilevanti. In base alla vision dell’IFAC, la professione contabile globale deve essere riconosciuta come essenziale per tutte le organizzazioni forti e sostenibili, per i mercati finanziari e per le diverse economie. Negli anni l’IFAC ha raggiunto l’ambizioso obiettivo di riunire diverse componenti della professione contabile, guadagnandosi la posizione di organismo di riferimento autorevole e visibile a livello internazionale. Inoltre, a differenza di altre associazioni professionali transnazionali l’IFAC è riuscita a guadagnare massima legittimità sulla scena internazionale. Questo risultato è stato principalmente raggiunto attraverso gli International Audit Standards (ISA), in quanto entità globali come il Gruppo dei 20 Paesi più industrializzati (G20), il Financial Stability Board e l’International Organization of Securities Commissions (IOSCO) che hanno approvato gli ISA e richiedono il loro utilizzo nelle giurisdizioni di tutto il mondo. Questo importante set di principi si inserisce nel più ampio quadro normativo che disciplina la funzione della revisione legale e certamente ne rafforza la qualità.
La recente disciplina nazionale in tema di crisi d’impresa rimodula, in modo più penetrante di quanto potrebbe sembrare in apparenza, il ruolo dei revisori in termini di tempestiva informativa non solo rivolta agli shareholders, ma anche ai soggetti terzi preposti alla tutela del going concern aziendale. La revisione legale diventa, quindi, sempre di più presidio fondamentale a tutela dell’interesse generale affinché l’informativa societaria possa essere attendibile, chiara e trasparente e garantisca la sopravvivenza del soggetto economico nel mercato. Tutto questo è valido per le piccole e medie imprese quanto per le grandi e proprio in questo contesto si inserisce il tema della razionalizzazione dei controlli attraverso l’adozione di un corpus di principi valido a livello internazionale (ISA). La partecipazione ad organismi internazionali come l’IFAC, soprattutto in quest’epoca difficile in cui i clienti si diradano, la concorrenza non sempre leale da parte di altri consulenti aumenta, l’economia non cresce e la professione del commercialista è sempre più destinataria di un saccheggio di competenze a seguito del proliferare di albi esterni, rappresenta una fonte di vantaggio competitivo di differenziazione volto ad affermare il ruolo e la funzione del commercialista non solo in ambito internazionale, ma anche in ambito nazionale. Diviene, dunque, fondamentale il ruolo di coloro che, all’interno dell’organizzazione, partecipano alla formazione e alla definizione degli standard, facilitando l’emergere delle idee e delle esigenze proprie della professione contabile italiana. Mantenere la propria capacità competitiva, infatti, richiede non solo l’adozione di standard internazionali, ma anche il loro accurato monitoraggio nel tempo. Solo i commercialisti, e non altri, possono essere chiamati a ricoprire tali ruoli, in quanto portatori di competenze tecniche altamente qualificate ed universalmente riconosciute.
È ormai tempo di governare il cambiamento e non essere governati, ma soprattutto continuare a garantire ai commercialisti un ruolo ed una funzione ben definita e riconoscibile a livello nazionale ed internazionale.
Pubblicato il: 2019-07-31 06:13:34