A cura di: Redazione Fiscalrevisione
Introduzione
Il dibattito sugli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili ha assunto negli ultimi anni un rilievo centrale, soprattutto alla luce delle modifiche introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza e dai più recenti aggiornamenti normativi.
L’art. 2086, comma 2, c.c., impone all’imprenditore, se operante in forma societaria o collettiva, di dotarsi di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati anche in funzione della tempestiva rilevazione della crisi d’impresa .
Il D.Lgs. 39/2010 disciplina la revisione legale dei conti, stabilendo che il revisore deve verificare la regolare tenuta della contabilità e la rappresentazione corretta dei fatti di gestione nel bilancio, nonché rispettare criteri di indipendenza e qualità.
In sostanza, mentre l’art. 2086 pone il dovere in capo agli amministratori di predisporre assetti adeguati, il D.Lgs. 39/2010 attribuisce al revisore il compito di controllarne l’effettiva funzionalità e correttezza.
In questo contesto, il revisore legale svolge un ruolo determinante: non si limita a certificare i bilanci, ma diventa soggetto attivo di vigilanza, stimolo e garanzia di corretto funzionamento degli assetti societari.
Cosa si intende per “adeguati assetti”
Gli assetti organizzativi adeguati non hanno una definizione rigida e standardizzata, ma devono essere calibrati su dimensioni, complessità, settore e rischi dell’impresa.
Si possono individuare tre componenti principali:
Assetto organizzativo
- struttura gerarchica chiara e formalizzata;
- definizione di deleghe e responsabilità;
- procedure interne di controllo e reporting.
Assetto amministrativo
- regole per la gestione dei flussi decisionali;
- sistemi di pianificazione e controllo di gestione;
- monitoraggio della liquidità e della sostenibilità finanziaria.
Assetto contabile
- corretta tenuta della contabilità generale e analitica;
- sistemi informativi integrati e affidabili;
- procedure di chiusura periodica e redazione del bilancio.
Un assetto è “adeguato” se consente all’impresa di individuare tempestivamente squilibri economici, patrimoniali e finanziari, e di predisporre azioni correttive in anticipo.
Il ruolo del revisore legale
Il revisore legale, in questo scenario, non è un semplice “certificatore”, ma diventa garante della qualità dei processi aziendali.
Il suo ruolo si articola in diverse direttrici:
Valutazione degli assetti: durante le verifiche periodiche, il revisore deve accertare che gli assetti siano non solo formalmente esistenti, ma anche concretamente operativi.
Segnalazione di criticità: qualora emergano carenze o inadeguatezze, il revisore ha il dovere di informarne tempestivamente gli amministratori.
Prevenzione della crisi: un’adeguata attività di revisione può contribuire a individuare squilibri finanziari in fase precoce, riducendo il rischio di insolvenza.
Tutela dell’interesse pubblico: il revisore opera non solo a vantaggio dei soci, ma anche a garanzia di banche, fornitori, investitori e del mercato in generale, rafforzando la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni societarie.
Conclusioni
Il tema degli adeguati assetti non può essere interpretato come un mero adempimento formale: rappresenta invece un pilastro della sana gestione aziendale. Gli amministratori devono percepirlo come un investimento in efficienza e continuità, più che come un costo.
Il revisore legale, con la sua attività di controllo e verifica, contribuisce a elevare gli standard di governance e a rafforzare la fiducia del mercato verso l’impresa.
In definitiva, la sinergia tra amministratori e revisore costituisce la migliore garanzia per la stabilità aziendale: gli uni predispongono e curano gli assetti, l’altro ne verifica l’efficacia e segnala tempestivamente eventuali criticità.
Un approccio integrato e responsabile è l’unica strada per assicurare continuità, trasparenza e affidabilità del sistema impresa nel lungo periodo.