A cura di: Redazione Fiscalrevision
Nel contesto economico attuale, la crisi d’impresa rappresenta un rischio trasversale per le aziende di ogni dimensione. La normativa italiana con il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 14/2019) ha introdotto un cambio di prospettiva: la crisi non è più uno stato da rilevare a posteriori, ma un fenomeno da prevenire e governare.
Dal controllo contabile alla prevenzione della crisi
La revisione legale evolve da un approccio puramente ex post ad uno proattivo e prospettico. Il revisore, grazie alle sue competenze tecniche e alla posizione terza rispetto alla governance, è in grado di:
- intercettare segnali di squilibrio economico, finanziario e patrimoniale
- analizzare la sostenibilità del modello di business
- valutare la capacità dell’impresa di generare flussi di cassa futuri
- fornire indicazioni operative agli amministratori
La sua attività diventa così funzionale al governo dell’impresa, contribuendo alla tempestiva adozione di misure correttive.
Continuità aziendale e adeguati assetti: presidi obbligatori
La responsabilità degli amministratori, oggi rafforzata dall’art. 2086 c.c., impone l’adozione di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili. Compito del revisore è valutare l’effettiva efficacia, verificando che essi siano in grado di:
- rilevare precocemente i sintomi della crisi
- segnalare alla direzione informazioni aggiornate e affidabili
- garantire una gestione consapevole dei rischi
La valutazione della continuità aziendale (ISA Italia 570) diventa una delle aree più sensibili dell’incarico di revisione, con particolare attenzione agli indicatori prospettici.
Le attività strategiche del revisore nella crisi d’impresa
Il revisore opera attraverso una serie di verifiche chiave:
Analisi del rischio e dei segnali di allerta
- controllo dei flussi finanziari e della liquidità
- verifica della sostenibilità del debito verso banche e fornitori
- confronto tra budget e risultati effettivi
- evoluzione del patrimonio e dei margini operativi
Dialogo costante con la governance
- Il revisore ha obbligo di segnalazione verso gli amministratori.
Supervisione sull’attuazione delle contromisure
Se la crisi si manifesta:
- il revisore monitora l’adeguatezza del piano di risanamento
- verifica le ipotesi utilizzate nei piani industriali e finanziari
- controlla l’effettiva implementazione delle azioni previste
Benefici per l’impresa: il revisore come valore aggiunto
Un revisore attento e correttamente coinvolto permette all’azienda di ottenere:
- maggiore affidabilità verso banche e stakeholder
- riduzione del rischio di interventi tardivi
- confronto indipendente nelle decisioni
- gestione più consapevole dei flussi finanziari
- monitoraggio oggettivo dei risultati aziendali
In una parola: fiducia interna ed esterna. Non solo controllore: un professionista indipendente e di valore per l’impresa
Il revisore non sostituisce gli organi amministrativi né effettua consulenza gestionale diretta, per salvaguardare indipendenza e obiettività. Tuttavia, la sua funzione di vigilanza tecnica rappresenta un elemento cruciale nei sistemi di prevenzione della crisi.
La sua attività contribuisce a:
- tutelare il valore aziendale
- proteggere soci, lavoratori e creditori
- favorire la continuità aziendale e la ripartenza
La revisione legale si conferma così un presidio fondamentale per la sostenibilità del business.
Conclusioni
La crisi d’impresa non è più una questione da affrontare solo quando esplode, ma un rischio da governare giorno per giorno.
In questo percorso, il revisore legale:
- vigila sulla correttezza dei dati
- intercetta segnali di criticità
- promuove azioni tempestive
- segnala informazioni e dati alla governance con indipendenza e competenza
Il suo ruolo oggi è strategico per la continuità e un baluardo contro la generazione di danni irreparabili.
